Case su ruote, abuso edilizio e sospensione condizionale della pena
Case su ruote, abuso edilizio e sospensione condizionale della pena
Suprema Corte di Cassazione III Sezione Penale
Sentenza n. 50767 del 30/11/2016
La Suprema Corte di Cassazione ha trattato un caso molto dibattuto, quello delle case su ruote e se le stesse debbano o meno essere considerate opere di edilizia abusiva.
Secondo la Corte il fatto che le stesse siano realizzate con un battuto cementizio e con tanto di tubi di scarico collegati certamente escludono l’ipotesi della precarietà dell’opera ma che siano destinate a permanere comportando una sensibile trasformazione dei luoghi.
Pertanto, la demolizione dell’opera (e il ripristino dei luoghi) ha la finalità di garantire l’eliminazione delle conseguenze pregiudizievoli delle condotte criminose.
Con questa sentenza però, gli ermellino hanno richiamato un importante principio già affermato dalla Corte ovvero che nel caso di condanna per reati edilizi è correttamente esercitato il potere discrezionale di subordinare il beneficio della sospensione condizionale della pena alla demolizione dei manufatti abusivamente realizzati quando, in considerazione delle circostanze di fatto, la prognosi di astensione del reo dal commettere nuovi reati può essere positivamente pronunciata solo in presenza di una manifestazione di effettivo ravvedimento, che si traduce nell’adempimento di un obbligo di “facere” direttamente funzionale al ripristino del bene offeso.
Testo della sentenza-n-50767/2016
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