Economia di Internet e le valutazioni dell’Oecd
In questo scorcio di mese non sono state poche le organizzazioni internazionali che si sono occupate dell’Economia all’insegna dell’Internet. Mc Kinsey, la società di consulenza mondiale, nel suo report reperibile al link http://www.mckinsey.it/idee/rassegna_stampa/svegliamo-il-pubblico-se-vogliamo-crescere.view ha pesato i vantaggi che le economie ritraggono dall’impiego massivo delle reti sia nel settore pubblico che nel settore privato ed ancor di più nel settore delle imprese. C’è una crescita di efficacia e di efficienza dell’intero sistema che si misura in termini percentuali di pil, in termini di Pil, sostiene Mc Kinsey a due cifre.
Al contrario le società che stentano a trovare il passo, e tra queste l’Italia , accusano ritardi rilevanti che diventano sempre maggiori a causa delle accellerazioni indotte dal modello, dove questo funziona, ma che mette nel limbo delle decelerazioni le economie ed i sistemi che non sono capaci di adottare ITC e TLC come infrastrutture di base. Le velocità come è noto in ITC sono duali: chi corre, ed è sistematico nello sviluppo, non consente a chi rincorre di avvicinarsi ma di fatto lo allontana sempre di più.
Anche Cap Gemini e IDIC, società di consulenza strategiche, entrambi per conto della Commissione Europea e partitamente per conto del Commissario Nyers che ha in cura gli impegni dell’Agenda digitale 2010/2020 , hanno sanzionato pesantemente le economie insensibilià e tra queste l’Italia. Le due società rilevano che l’Italia, posizionata al 18 posto tra i 27 paesi della Comunità , accusa ritardi non tanto nello sviluppo delle applicazioni, che appaiono moderne e adeguate ai tempi , e talvolta forse non troppo friendly per il livello medio di cultura digitale della cittadinanza allargata,quanto invece nella diffusione delle reti di trasporto e delle soluzioni che impongono integrazioni di sistemi avanzati sia nelle regole di colloquio che in quelle del trasporto. fd
A cura di: Federico D’Aniello