Abuso d’ufficio e dolo intenzionale, ecco cosa dice la Cassazione
Abuso d’ufficio e dolo intenzionale, ecco cosa dice la Cassazione
Corte di Cassazione Sezione III Penale
Sentenza 2 marzo 2015 8977
Presidente Mannino – Relatore Scarcella
In materia di abuso d’ufficio la Corte di Cassazione ha esaminato un interessante caso in cui ha ribadito l’importante principio di diritto secondo cui per la configurabilità dell’elemento soggettivo del reato è richiesto il dolo intenzionale consistente nella consapevolezza dell’ingiustizia del vantaggio patrimoniale e nella volontà di agire per procurarlo precisando altresì che quanto appena detto potrà essere desunto dalla macroscopica illiceità dell’atto oltre che dai tempi di emanazione.
Nella sentenza in commento i giudici di legittimità osservano che l’intenzionalità del dolo presuppone la certezza che la volontà dell’imputato sia diretta proprio a procurare il vantaggio patrimoniale ovvero il danno ingiusto e ciò deve necessariamente ricavarsi dagli elementi sintometici ispiratrici del comportamento dell’agente.
Tutti gli elementi probatori raccolti devono dunque acclarare con certezza la consapevolezza da parte del prevenuto della macroscopica illegittimità dell’atto posto in essere.
Articolo di riferimento:
Articolo 323 Codice Penale
Abuso d’ufficio
Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, è punito con la reclusione da uno a quattro anni.
La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità.
Leggi il testo della sentenza
L’articolo Abuso d’ufficio e dolo intenzionale, ecco cosa dice la Cassazione sembra essere il primo su sentenze cassazione.